2009-2010: l’ultimo intervento

L’intervento di restauro effettuato nel 2009-2010, oltre al consueto lavoro di conservazione volto a rallentare i naturali processi di degrado dei materiali costitutivi dell’opera, ha rappresentato un’importante opportunità per indagare a fondo l’opera.

  • Indagini diagnostiche

 Supporto ligneo: in origine il polittico era costituito da tre pannelli in legno di pioppo, formati dai due sportelli laterali con i Santi Giacomo e Pietro a sinistra e Battista e Bartolomeo a destra, e dalla tavola centrale con la Madonna col Bambino, successivamente separati, come dimostra l’impannatura (la tela applicata sul supporto ligneo su cui si stende la preparazione o imprimitura), tagliata tra le figure dei Santi Giacomo e Pietro. Ciascun tavolato era sostenuto in origine da due robuste traverse in legno di pioppo, di cui solo una ancora presente, poste all’estremità inferiore e alla base delle cuspidi, ancorate con chiodi la cui punta è ribadita sul recto al di sotto della preparazione gessosa e della impannatura. Intervallate alla vecchia chiodatura si notano grosse viti, aggiunte probabilmente in uno dei restauri a cui l’opera è stata sottoposta. Attualmente i tre tavolati sono collegati da due ulteriori traverse, lunghe tutta la larghezza del polittico, applicate durante il restauro del 1974 tramite grossi bulloni metallici inseriti verticalmente nelle traverse originali e fermate con dadi.

Cornice: in oro e blu è apposta sul recto dell’intero tavolato, curvata superiormente in un arco a sesto acuto a contornare ciascuna tavola con elementi di raccordo quali capitelli, peducci, colonnini e pilastrini. Tutta la carpenteria che la costituisce risulta ampliamente ricostruita già a partire dal primo restauro di Domenico Fiscali. Si completa di due pilastrini laterali con decorazione a pastiglia, tecnica consistente nella realizzazione di elementi in rilievo modellati tramite un pennello sottile e gesso ben caldo. Con questa tecnica sono realizzate le iscrizioni con i nomi dei diversi Santi sul gradino sottostante il registro principale, le cui lettere componenti erano messe in ulteriore risalto da una campitura azzurra del fondo di cui permangono solo alcuni frammenti di colore.

Cuspidi: composte da 5 tavolette con fibre ad andamento verticale e inserite in una cornice ornata da colonnini ed elementi a foglie; una di esse risulta completamente ricostruita nelle cornice e mancante di immagine anche se presenta i due colonnini originali.

Predella: costituita da 7 tavolette con fibre ad andamento orizzontale inserite in una carpenteria completamente nuova, intervallate da 4 pilastrini, di cui due, nella metà destra, conservano ancora frammenti della decorazione a bulino, ottenuta disegnando con una punta sottile il modello sulla foglia d’oro già applicata e incidendo tutti i fondi a punta fine in modo da far risaltare la decorazione rimasta a lamina liscia.

Preparazione e colore: grazie alle indagini condotte sui diversi strati preparatori sono emerse nuove interessanti ipotesi sulla genesi dell’opera: i pannelli laterali del registro principale contenenti i quattro Santi risultano attualmente separati, ma osservando attentamente si nota la continuità dell’impannatura costituita da tessuto probabilmente in lino, armato a tela assai fitta, come si può rilevare da alcune mancanze di colore e preparazione in certe zone. Il pannello centrale mostra invece una tela più chiara con una giunzione molto evidente in prossimità del volto della Madonna; cuspidi e predella presentano invece un’impannatura in tessuto con armatura a batavia. La diversa tipologia di armatura tra la tela dell’impannatura dei pannelli laterali e quella della tavola centrale ha permesso di avanzare l’ipotesi di una genesi dell’opera in due diverse fasi, attribuibili probabilmente a due mani diverse. Sulla tela è stesa una preparazione a gesso e colla in più mani su cui sono stati incisi con uno stilo i contorni delle figure.

Foglia d’oro: sul fondo è applicata a guazzo e brunita su preparazione di bolo rosso-arancio; sui galloni degli abiti applicata per mezzo di leganti oleosi; con questi ultimi uniti a polvere d’oro, sono realizzate le decorazioni delle vesti dei Santi e del drappo collocato dietro al trono della Vergine. Le bulinature delle aureole e dei contorni dei pannelli evidenziano cinque tipologie diverse di punzoni.

La pittura è realizzata a base di tempere proteiche con uso di pigmenti tipici del tempo (minio, cinabro), come evidenziato dall’indagine Rgb-infrarosso falso-colore. Si caratterizza per un tratto della pennellata (ductus) a linee parallele. La crettatura della pellicola pittorica presenta per la maggior parte un andamento ortogonale contrapposto a quello delle fibre legnose.

  • Intervento

 Adesione supporto-pittura: per prima cosa si è provveduto al risanamento dei problemi di adesione tra legno e strati più superficiali; la preparazione mostrava una discreta aderenza al supporto e alla pellicola pittorica, nonostante i numerosi e pericolosi sollevamenti sia sui fondo oro che sulle figure corrispondenti a situazioni di particolare degrado del supporto ligneo a causa dei passati attacchi da parte di insetti xilofagi. La tela dell’impannatura, perdendo coesione con il legno sottostante, tendeva a deformarsi, sollevando sia lo strato preparatorio che la superficie pittorica. I fissaggi sono stati eseguiti attraverso microiniezioni a colletta.

Pulitura: è stata rimossa la vernice applicata negli interventi 1966-1974 e le relative integrazioni di colore per permettere una revisione delle vaste porzioni di superficie interessate da stuccature da cui sono emerse due diverse tipologie di stucchi riconducibili a interventi diversi: le aree più estese (nella immagine in giallo) risalgono all’intervento di Domenico Fiscali (1894-95) che usò una mestica molto granulosa, sensibile all’acqua e colorata in diverse tonalità con pigmenti, spesso debordando oltre la lacuna. Tutte queste stuccature sono state asportate recuperando significative porzioni di colore originale; le lacune sono state livellate con gesso e colla analogamente agli stucchi più recenti. La pulitura del colore originale e degli elementi della cornice ricoperti da diverse mani di porporina ossidata è stata eseguita mediante gel di citrato di ammonio a PH neutro. Gli elementi originali sono stati recuperati e fortunatamente si è scelto di eliminare l’arbitraria e falsificante ricostruzione del volto della Vergine nel rispetto di ciò che di originale ancora sopravvive dell’opera. Le integrazioni pittoriche sono state realizzate ad acquarello e vernice sia sul colore che sull’oro mediante la tecnica del rigatino/tratteggio.

Supporto: l’intervento è stato esclusivamente di tipo conservativo per mantenere l’equilibrio strutturale raggiunto in seguito ai diversi restauri subiti. Per migliorare l’elasticità del sistema si è operato soltanto un piccolo allargamento laterale dei fori dove sono stati inseriti i grossi bulloni che ancorano la vecchia traversa alla nuova, applicata nel precedente intervento del 1974.