1966-1967: il primo intervento di Luciano Gazzi

Lo stato conservativo del polittico, descritto nella relazione tecnica allegata alla perizia di spesa in vista del restauro, evidenziava criticità sia relativamente al supporto ligneo che alla superficie pittorica: le tavole mostravano varie fenditure lungo le connettiture e in alcune zone erano presenti danni dovuti all’azione dei tarli. Oltre alle diffuse cadute di colore, sia sulle figure che sulle cornici, l’opera presentava numerosi sollevamenti su tutta la superficie dipinta: il volto della Madonna era completamente perduto. Le vernici erano in parte ossidate e si notavano diverse ridipinture specialmente sulle vesti dei Santi, sul manto della Madonna e anche sul fondo oro, in alcuni punti ripassate a porporina.

Si ritenne quindi necessario provvedere al consolidamento e incollaggio delle tavole, già interamente ricoperte sul retro da un altro supporto ligneo in castagno applicato da Fiscali come sostegno ma che invece, nel tempo, aveva forzato la tavola originale, provocando sollevamenti e cadute di colore su gran parte della pellicola pittorica.

In un primo tempo, si pensò di rimuovere tale supporto per sostituirlo con code di rondini e traverse in legno scorrevoli. È probabile però che, una volta smontato il tavolato in castagno aggiunto da Fiscali al supporto, fosse riemersa la traversa superiore originale, motivo per cui  si decise quindi di procedere solo al consolidamento e incollaggio delle tavole che costituivano il polittico.

Per quanto riguarda il trattamento delle lacune, venne adottato il medesimo metodo d’intervento di Fiscali, ricorrendo a stuccature con tinte neutre, e restituendo continuità agli interventi eseguiti nel precedente restauro, nelle zone dove si erano verificate nuove crettature e movimenti.

Venne infine mantenuta la scelta di non integrare il volto della Vergine ormai irrimediabilmente perduto e la soluzione adottata da Fiscali di ricreare la silhouette della figura del Santo mancante in una delle cuspidi.