1974-1975: il secondo intervento di Luciano Gazzi

Il violento smontaggio delle parti del polittico subito a causa del furto, provocò ulteriori danni al suo già fragile e precario stato conservativo. I ladri avevano segato maldestramente la traversa originale superiore e staccato le tavole dalla predella, forzando i supporti fino a provocare la vistosa frattura longitudinale dello scomparto laterale contenente San Giacomo Maggiore e il distacco di una piccola porzione in basso della tavola raffigurante San Pietro. L’ intervento aveva inoltre  provocato la rottura delle esili colonnine a tortiglione e aveva prodotto piccole abrasioni del colore, concentrate soprattutto sulle tavole di maggiore dimensione e più difficile movimentazione.

In base a quanto previsto nella perizia di spesa, redatta nel gennaio 1974 in vista del restauro, si provvide al risarcimento e consolidamento delle tavole con l’applicazione di nuove traverse scorrevoli, oltre a interventi di bloccaggio dei sollevamenti di colore, stuccatura delle lacune, restauro pittorico, verniciatura e infine consolidamento e restauro delle parti dorate della cornice. Una nuova traversa venne ancorata con grossi bulloni metallici inseriti verticalmente in quella superiore originale, ormai resecata, e fermata con dadi; una seconda venne collocata nella zona inferiore del polittico con il medesimo sistema di ancoraggio. Venne eliminato il tavolato in castagno applicato da Fiscali sul retro del supporto e la ricostruzione della silhouette della figura di un Santo nella cuspide mancante.

Operando una scelta assai discutibile, si scelse di ricostruire arbitrariamente e acriticamente i tratti del volto perduto della Vergine con sottili pennellate lineari, come già dai tempi della relazione di Guido Carocci e del successivo intervento di Fiscali, alcuni fedeli e fruitori dell’immagine avevano richiesto. Assecondando un vagheggiato “ritorno all’originario splendore” ormai del tutto perduto, si scelse di falsificare ciò che di originale continuava a esistere del dipinto.

Completato l’intervento di restauro nel luglio del 1975, il politico fu consegnato al Museo d’Arte Sacra di Camaiore, struttura in grado di garantirne una più sicura e corretta conservazione. Una copia del dipinto fu poi collocata presso la chiesa della Badia di San Pietro.