Struttura, tecnica e funzione del turibolo

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Tecnica: lamina d’argento sbalzata, cesellata e traforata, mentre i supporti, i passanti per le catenelle e il pomello terminale sono fusi e saldati. Nella base del piattello è presente il marchio dell’argentiere raffigurante un’ancora.

Funzione: Il turibolo è un recipiente di metallo a forma di coppa su piede, la cui forma permette di contenere un piccolo braciere con carboni ardenti su cui si dispongono i grani d’incenso; la coppa è chiusa da un coperchio, intagliato a giorno, che consente, attraverso le oscillazioni, l’accesso dell’aria per attivare la combustione e far fuoriuscire il fumo. Le oscillazioni e l’ondulazione rituale sono rese possibili dalle catenelle di sospensione che collegano l’impugnatura con la coppa, passando attraverso appositi scorritoi collocati lungo il bordo del coperchio. Sinteticamente il turibolo è un contenitore in metallo traforato utilizzato per bruciare l’incenso e diffonderne il fumo odoroso. L’incenso fu inizialmente utilizzato nelle cerimonie funerarie per onorare la sepoltura e profumare gli ambienti; a partire dal secolo VIII venne usato in segno onorifico verso il papa e le alte cariche ecclesiastiche e dal secolo successivo si iniziò, durante la messa, la pratica dell’incensazione con la quale si onorano alcuni luoghi, oggetti o persone dirigendo verso di loro il fumo odoroso. In questo modo il rito dell’incensazione assume nel tardo medioevo un valore simbolico: il turibolo allude al corpo di Cristo che contiene, custodisce ed emana l’incenso benedetto, il fuoco che permette di bruciare ed emanare l’incenso diviene simbolo dello Spirito Santo, il fumo dell’incenso rappresenta le preghiere dei fedeli che si innalzano a Dio, mentre le quattro catenelle di sospensione del turibolo stesso sono simbolo delle Virtù cardinali.
I primi turiboli erano realizzati con le sembianze di semplici scatole traforate, tondeggianti o esagonali, impugnate tramite un lungo manico, nell’alto Medioevo le forme sono arricchite da decorazioni geometriche realizzate a incisione e sbalzo; nel periodo Carolingio, invece, si predilige la realizzazione con metalli nobili e le decorazioni si fanno più complesse. In questo periodo il turibolo muta la sua struttura nelle forme che rimarranno convenzionali: coppa con coperchio e catenelle di sospensione. Nel periodo gotico questa tipologia assume le forme di una costruzione elaborata, tempietto con torri, guglie e aperture a bi- e trifore ogivali; forme che perdurano per diversi secoli, mantenendo la struttura di edificio sacro ma modificando e adattando le forme architettoniche in base ai nuovi gusti estetici dei diversi periodi. Solo nel Seicento la tipologia a tempietto viene modificata pur mantenendo inalterati gli elementi strutturali, per far spazio alle forme decorative di volute ed elementi vegetali.

Bibliografia:

Benedetta Montevecchi, Sandra Vasco Rocca (a cura di), Dizionari terminologici. Suppellettile ecclesiastica 2, Firenze, 1989