Calice

Calice sec. XIV

Calice, argento dorato lavorato a bulino e cesello, bottega senese, III decennio del sec. XIV, Coppa del sec. XVIII, dalla Badia di S. Pietro, Camaiore

Lo splendido calice, conservato oggi presso il Museo d’arte sacra di Camaiore, proveniente dalla Badia di S. Pietro di Camaiore, viene datato al terzo decennio del XIV secolo. Nel suo insieme richiama il noto calice, realizzato da Tondino di Guerrino (figura molto importante legata alla tecnica dello smalto traslucido senese) e Andrea Riguardi, custodito dal British Museum di Londra la cui datazione precede quella del nostro calice,  e ancora, quello riferito agli stessi autori collocato tra i Tesori del Vaticano, la cui datazione oscilla fra il 1334 e il 1342. <<L’identità di questo calice è dunque associabile ad una cultura di sintesi senese, che si attesta intorno agli anni Trenta del XIV secolo giuocando un ruolo indiscutibilmente dominante in questo tipo di produzione>>¹ 

Realizzato in argento, dorato in alcune sue parti, viene lavorato a cesello e sbalzo. La ricca e raffinata decorazione che lo costituisce non solo lo rende oggetto prezioso, ma rispecchia in qualche maniera l’importanza riservata a questa particolare suppellettile ecclesiastica. Esso costituisce un bellissimo esempio della grandiosa tecnica a smalto di provenienza senese, diffusasi a Lucca nel XIV secolo. Nella base, mistilinea e polilobata, è possibile individuare gli smalti che presentano un profilo a sei lobi ed ospitano al loro interno diverse figure realizzate a mezzo busto la quale occupano totalmente lo spazio in cui sono inserite. Si riconoscono il Cristo Crocifisso, La Madonna Dolente, Sant’Antonio, San Francesco e San Ludovico da Tolosa mentre l’ultimo smalto viene sostituito successivamente con una placchetta raffigurante lo Spirito Santo. Arricchisce la base una decorazione a motivi vegetali, fogliette, che in maniera identica e ripetitiva s’inseriscono tra le varie placchette sviluppandosi in senso verticale. Alla base del fusto è possibile leggere la bellissima iscrizione che riporta: HUNC CALICEM DONAVIT DOMINUS MALPILIENSIS HINC MONASTIE  la quale identifica il committente dell’oggetto, la famiglia Malpigli. A conferma di questo la presenza, nei due rocchetti esagonali posti nella parte superiore e inferiore del nodo, dello stemma della famiglia, l’aquila bicipite, alle quali si alternano rapaci nell’atto di camminare. Importante notare come l’iscrizione faccia riferimento ad un monastero, quindi probabilmente la Badia di S. Pietro, quale prima destinazione dell’oggetto². La decorazione vista nella base viene ripresa seppur in maniera semplificata nel nodo, caratterizzato da sei piccole placchette di forma circolare in cui, ancora una volta a mezzo busto sono rispettivamente rappresentati: la Maddalena, un giovane santo che tiene in una mano un libro e con l’altra una palma, San Giovanni Battista, Santa Elisabetta d’Ungheria, un giovane Santo senza barba ed infine un Santo Vescovo. Pochi tratti rendono questi personaggi molto espressivi che nella composizione generale paiono quasi voler uscire dallo spazio in cui sono circoscritti. Il piccolo sottocoppa lobato ripropone nuovamente il motivo già visto nei rocchetti mentre in ultimo, la coppa, viene senza dubbio ascritta ad epoca successiva. Un bellissimo esempio in cui l’arte orafa, arricchitasi con l’uso dello smalto traslucido da vita ad esempi di estrema bellezza e valore artistico.

¹ A. Capitanio, Un esempio e alcune tracce di calici di primo Trecento, in C.Baracchini (a cura di) Oreficeria sacra a Lucca dal XII al XV secolo, Firenze 1993, p. 155.

² Ibidem.


Bigliografia:

Ugo Procacci, Catalogo del Museo d’arte sacra di Camaiore, Camaiore, 1936, p. 36.

Lucia Bertolini, Mario Bucci, Mostra d’arte sacra dal secolo VI al secolo XIX, Catalogo della mostra, giugno-settembre 1957, Lucca, Palazzo Ducale, Lucca, 1957, tav. 19, n°40.

C.Baracchini (a cura di) Oreficeria sacra a Lucca dal XII al XV secolo, Museo nazionale di Palazzo Mansi, Lucca, 1990, pp. 19-20.

C.Baracchini (a cura di) Oreficeria sacra a Lucca dal XII al XV secolo, Firenze 1993, p. 155, fig. 16.


APPROFONDIMENTO

Struttura, tecnica e funzione del calice