Gli argenti: Un vocabolario figurato

Nel Museo d’Arte Sacra di Camaiore un’intera sezione è dedicata all’arte orafa. Tantissime sono le suppellettili ecclesiastiche custodite al suo interno, le quali abbracciano un arco cronologico piuttosto ampio, dal Basso Medioevo al Neoclassicismo, e ci mostrano nel loro insieme varie tipologie che spaziano dalle croci processionali ai reliquiari, dai calici alle patene, dagli ostensori ai turiboli e dalle navicelle alle cimase. Tali oggetti testimoniano quanto importante e radicata fosse l’arte orafa nello Stato lucchese.

Molti di questi manufatti riportano il marchio di qualità della Zecca di Lucca, “la Pantera rampante”, e il punzone identificativo della bottega dell’argentiere che li ha realizzati. Grazie a questa “firma” identificativa, confrontando i documenti relativi alla Matricola degli orafi e degli argentieri lucchesi custoditi nell’Archivio di Stato di Lucca, e ai documenti ritrovati negli archivi parrocchiali, si è potuto non solo datare le opere con precisione, ma anche risalire al nome dell’argentiere che eseguì i lavori.

Il Museo riunisce in sé esempi di grande interesse e bellezza, opera di importanti botteghe locali, come ad esempio quella di Giovanni Vambrè (1672-1714), Salvatore Strambi (1743-1787), Francesco Simi (1774-1805) e Giovanni Pietro Marsili (1791-1824), i quali, confinati in piccoli centri periferici della zona, sarebbero stati destinati all’incuria e al venire dimenticati nel tempo.

Il Museo d’Arte Sacra di Camaiore dedicando un’intera sezione alle suppellettili ecclesiastiche (molte delle quali sono state restaurate o ripulite per l’occasione), mira alla salvaguardia di questo immenso patrimonio artistico, testimone culturale di un primato glorioso del territorio lucchese, affinché possa essere, oltreché ben conservato, finalmente valorizzato e divulgato a tutti: studiosi, curiosi o turisti passanti.