Ostensorio

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Ostensorio, argento cesellato e bulinato, bottega lucchese, sec. XVIII, dalla Chiesa di S. Michele, Torcigliano

Misure: 53,2 (h) x 22,5 (larg.) x 14,2 (base), gr. 1140

Ostensorio con raggiera “a sole”, con una base circolare liscia su cui si innalza un gradino di imposta al corpo della base che è invece bombato e decorato con cartelle ad ovulo centrale, alternate a lesene a volute e a tralci che scendono dal fusto dell’ostensorio. I nodi sono di diverso tipo e si alternano nella tipologia a disco liscio, a pera, che riprende la decorazione del corpo della base, e a balaustro, decorato invece con un giro di foglie d’acanto. Il ricettacolo ha dei raggi molto corti ed è raccordato al fusto da un cherubino. Sulla cornice della teca a ovuli anch’essa, poggia in alto un cartiglio fra volute, contenente il monogramma cristologico IHS, da cui parte nella sommità, la piccola croce a trifoglio.

L’ostensorio proviene dalla chiesa parrocchiale di S. Michele a Torcigliano ed è datato 1763 grazie a un documento conservato negli inventari dell’Archivio Parrocchiale che testimonia il pagamento di quest’opera nel 1764. Inoltre sotto il bordo della base è presente il punzone con la “Pantera” simbolo della Repubblica di Lucca e la “Spada” che ci riporta alla bottega di Salvatore Strambi (1743-1787), attivo in territorio lucchese a partire dall’anno 1743.

Salvatore Strambi fu un personaggio molto in voga all’epoca sia in campo politico (venne nominato più volte console, priore, camarlingo), sia in campo lavorativo in quanto la sua bottega molto ben organizzata risultò la più produttiva del territorio, nella seconda metà del XVIII secolo. Infatti, sono state reperite ben 104 opere che permettono di documentarne l’attività quasi anno per anno dal 1746 al 1783, senza particolari differenze nel ritmo di produzione fra la fine e gli inizi della sua attività. Questo maestro lavorò per tutte le zone che facevano parte dello Stato lucchese: Garfagnana, Camaiorese, Piano di Lucca, Val di Lima, Pescaglino, Compitese, tuttavia sembra che proprio nel centro urbano di Lucca avesse ricevuto poche commissioni, infatti solo nove chiese conservano sue opere.

Non si sa per quale motivo la bottega dello Strambi prevalse sulle altre, forse a determinare questo fu un minor costo della prestazione lavorativa, il materiale impiegato contenente una minore quantità di metallo prezioso; tuttavia a fare la sua parte fu certamente anche l’affidabilità della bottega specializzata nella produzione di suppellettili liturgiche che venivano realizzate in modo quasi seriale, con l’impiego di utensili meccanici. Tra le competenze dello Strambi, oltre al restauro di altri oggetti liturgici, c’erano sopratutto la produzione di pissidi, calici, navicelle, turiboli e ostensori, resi con una soluzione formale che manterrà inalterata dagli anni ’40 agli anni ’70, articolandola solo con variazioni nell’ornato, talvolta più ricco.

Questo ostensorio, oggi conservato nel Museo d’Arte Sacra di Camaiore, in discreto stato di conservazione, ha subito una drastica pulitura e il ricettacolo è frutto di un consistente rifacimento.


Bibliografia: 

B. MONTEVECCHI, S. VASCO ROCCA (a cura di), Suppellettile ecclesiastica I, Firenze, Centro Di, 1989

C. BARACCHINI (a cura di), Oreficeria sacra a Lucca dal XIII al XV secolo, Firenze, Studio per Edizioni Scelte, 1990


APPROFONDIMENTO

Struttura, tecnica e funzione dell’Ostensorio