Storia del velluto

Il velluto, dal latino vellus, è attestato in Italia dagli inizi del XIV secolo, ma le notizie relative alla sua nascita ed al suo sviluppo sono molto scarse. L’ipotesi più accreditata della sua origine rimane la volontà di imitare, attraverso un tessuto, il pelo degli animali e per quanto concerne il luogo, si ritiene oramai certa una sua provenienza orientale, probabilmente persiana: è tuttavia l’arabo la sola lingua ad avere una parola specifica che leghi tale tessuto alla città dove per la prima volta questa stoffa è stata prodotta: Kathifet. Le ipotesi per la diffusione del velluto nella penisola italiana sono due, la prima attraverso gli arabi da Palermo a Lucca, quindi a Venezia, Firenze, Genova e Milano, la seconda attribuisce a Venezia il merito di aver introdotto questo tessuto, attraverso i commerci con l’Impero Bizantino. Mentre fino al XII secolo la produzione era prevalentemente incentrata su tessuti di lana, nel corso del Duecento diviene più frequente la documentazione scritta relativa alla tessitura di stoffe di seta, in particolare a Lucca, Genova, Firenze e Venezia: la prima testimonianza scritta di tessitura di velluto in Italia è tuttavia degli inizi del XIV secolo. Dall’Italia si diffonderà poi in tutta Europa: nel 1536 Francesco I chiamerà maestranze genovesi a dirigere la prima manifattura di velluti avviata a Lione.

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