Struttura e tecnica
A Piede
A1 Orlo
A2 Modanature
B Fusto
B1 Nodo
C Coppa
C1 Sottocoppa
C2 Orlo
D Smalti
Misure: h.19 cm ; diametro base 11,8 cm; diametro coppa 8,3 cm; diametro smalti nodo 1,8; diametro smalti base 2,7 cm.
Il calice realizzato in argento, dorato in alcune sue parti, viene lavorato a sbalzo e cesello. I vari elementi che lo costituiscono quali base, fusto, sottocoppa e coppa, uniti tra loro, costituiscono l’oggetto nella sua totalità. Alla decorazione realizzata con le tecniche suddette, nel sottocoppa, nei due rocchetti esagonali, nel nodo e nel piede, si unisce quella dello smalto presente nelle placchette a sei lobi e circolari, rispettivamente del piede e del nodo le quali al seguito del processo che prevede una cottura ad alte temperature, vengono applicate tramite appositi chiodini o ad incastro.
Storia e funzione
L’importanza che il calice riveste è senza dubbio dovuta alla sua funzione. Esso viene utilizzato durante la liturgia eucaristica per consacrare il vino che diviene simbolicamente e miracolosamente il sangue di Cristo, per tale ragione questo oggetto si eleva a vero simbolo della fede. Le sue origini e il suo utilizzo sono antiche, così come lo è la religione Cristiana. La presenza del calice legata esclusivamente alla liturgia è attestata a partire dal VI secolo. Le mutazioni che il rito subisce nel tempo e l’utilizzo della suppellettile liturgica con destinazioni differenti, contribuiscono non solo ai cambiamenti nella forma e nelle dimensioni, ma all’individuazione di varie tipologie. Esso veniva infatti utilizzato, oltre che nel rito della consacrazione del vino, per l’offerta dello stesso da parte dei fedeli, per la somministrazione del sacramento ai fedeli e ai malati o ancora come oggetto simbolico con cui i sacerdoti venivano sepolti¹.
Nel corso dei secoli il calice cambia e si trasforma seguendo non solo le precise richieste della Chiesa e gli stili artistici di ogni epoca, ma anche le esigenze funzionali. Pertanto vediamo come le grandi dimensioni e talvolta la presenza delle anse del periodo antico, lasciano lo spazio ad una ridotta grandezza (la pratica di somministrare il vino ai fedeli cadrà in disuso) che semplificandosi definirà la sua struttura in tre parti essenziali quali base, fusto e coppa.
La coppa, elemento che accoglie il vino, normalmente viene lasciata priva di decorazione anche se non mancano esempi di calici con coppe ornate con pietre e gemme o con decorazioni figurative. Varie le forme assunte nei secoli che ci mostrano esempi di coppa larga di forma quasi emisferica o ancora di forma conica, svasata, innestate su un sottocoppa decorato.
Il fusto, elemento centrale, da una iniziale forma compressa, si allunga e si differenzia nel tempo. Accanto alla presenza di nodi centrali di forma sferica o poligonale, vi sono esempi con fusti caratterizzati da strutture architettoniche mentre, sopratutto a partire dal XVI secolo, numerosi sono i calici che presentano nodo ovoidale a base circolare.
Infine la base, elemento portante che conferisce equilibrio all’oggetto presentando un diametro più grande rispetto alla coppa, assume forme e profili diversi, circolare o poligonale, liscia o elaborata.
Grande varietà di ornati e decori impreziosiscono questo particolare arredo liturgico nei vari secoli. Da veri e propri elementi a fusione alla presenza di smalti e nielli, e ancora decorazioni a motivi vegetali e floreali, medaglioni, stemmi, rappresentazioni legate al culto e simboli della Passione. La grande cura con cui vengono realizzati e l’utilizzo di materiali preziosi per la loro realizzazione (normalmente argento e oro) evidenziano l’importanza stessa dell’oggetto e della funzione cui esso è destinato.
¹Benedetta Montevecchi, Sandra Vasco Rocca (a cura di), Dizionari terminologici. Suppellettile ecclesiastica 1, Firenze, 1989, pp. 101-102.
Bibliografia
Benedetta Montevecchi, Sandra Vasco Rocca (a cura di), Dizionari terminologici. Suppellettile ecclesiastica 1, Firenze, 1989.